Perché i bambini non devono temere le armi

di David B. Kopel e Eugene Volokh

Per ordine del Presidente Clinton e della lobbista anti-armi Sarah Brady, il Senato ha recentemente votato affinché ogni arma venduta sia obbligatoriamente corredata di lucchetto. Il prossimo passo sarà quello di costringere a mettere sotto chiave ogni arma in casa - come è previsto oggi a Washington D.C e in Canada, le cui leggi sono state smaccatamente lodate dal Presidente Clinton. Questa misura verrà presumibilmente presa in occasione di un altro orribile delitto perpetrato con una pistola che (come il massacro di Littleton) non avrebbe potuto essere evitato da un lucchetto. Tale crimine darà l'opportunità alla leadership Repubblicana al Congresso di fare concessioni che solleciteranno immediatamente i Democratici ad intensificare le loro richieste verso ulteriori favori.

I lucchetti sono davvero, come dice il Presidente Clinton, una "cosa semplice ed intelligente"? In effetti sì. La proposta di rinchiudere le armi appare eccellente – almeno finchè non si riflette attentamente su di essa.

Contrariamente all'impressione creata dai media sensazionalisti, gli incidenti fatali con armi da fuoco che vedono coinvolti bambini sono ben lontani dall'essere comuni. Negli Stati Uniti, circa la metà delle case contiene una pistola; l'offerta totale di armi è di 240 milioni di pezzi, e ci sono milioni di bambini nel paese. Tuttavia, secondo il National Safety Council, nel 1995 si sono verificati 30 decessi per arma da fuoco nei giovani di età compresa fra gli 0 e i 4 anni e meno di 40 in individui fra i 5 e i 9 anni. Tutto ciò dimostra che, anche senza la legislazione proveniente da Washington, la schiacciante maggioranza delle famiglie armate sa già come agire responsabilmente.

Qualsiasi genitore è consapevole che la morte di un bambino è oltremodo tragica. Tuttavia, il numero di piccoli che muore per incidenti con le armi è inferiore a quello che perde la vita per annegamento nelle tinozze. Ed è molto più basso dei 500 che muoiono nelle piscine.

Più in generale, la cifra totale di incidenti che hanno visto coinvolti dei bambini fra gli 0 e i 14 anni si aggira sui 6.500, e le morti accidentali per arma da fuoco rappresentano solo il 3% del totale. Tuttavia, il Presidente non sta attaccando politicamente i produttori di tinozze, nè richiedendo leggi federali contro le piscine private non recintate. La politica, non la sicurezza delle vite dei bambini, è il fondamento di questa campagna contro le armi.

Ma non è giustificato costringere i genitori a serrare le loro armi se questo salverà la vita anche di un solo bambino? Sfortunatamente, l'analisi non può essere così riduttiva, poichè questo provvedimento non avrà solo l’effetto di salvare alcune vite: ne cancellerebbe altre.

Il Presidente Clinton - e Liddy Dole in un discorso a Yale - paragonano i lucchetti alle capsule di sicurezza "a prova di bambino" sui flaconi di medicine. E' un buon paragone, giacchè le capsule di sicurezza aumentano le morti accidentali, e i lucchetti alle armi farebbero lo stesso.

Secondo una ricerca di Kip Viscusi dell'Università di Harvard, le misure federali sulle capsule di sicurezza hanno fatto sì che le persone si preoccupino meno di riporre le medicine al di fuori della portata dei bambini. Nessuna capsula può essere realmente "a prova di bambino" (ogni flacone può essere rotto con un martello), ma i genitori noncuranti lasciano le bottiglie di farmaci dove i più piccoli possono prenderle, questi hanno aggirato i coperchietti "a prova di bambino" e i decessi per avvelenamento sono aumentati.

In maniera simile, i lucchetti obbligatori sulle armi spingerebbero i genitori ad essere meno prudenti nel tenerle lontane dai bambini.

Ancora peggio, molti tipi di lucchetti (come quelli che vengono posti sul grilletto) potrebbero essere la causa di morti accidentali per grandi e piccini.

Una moderna pistola non scarica i colpi in caso di caduta fortuita; ma se la pistola in questione ha un lucchetto incorporato, spesso spara. E' per questo che i produttori di serrature avvertono i consumatori di non usare mai i lucchetti su un'arma carica. L'uso obbligatorio dei lucchetti potrebbe così annullare 50 anni di miglioramenti nella progettazione delle armi che hanno contribuito a ridurre gli incidenti di oltre il 75%. Oltre a questo, aumenterebbero le morti causate da azioni criminali. Le armi vengono abbastanza comunemente usate per autodifesa; stime sugli utilizzi difensivi delle armi per anno vanno da 110.000 (ricerca del National Crime Victimization) a 1,5 o 2.5 milioni o più (studi dei criminologi Gary Kleck e Philip Cook). La grande maggioranza coinvolge semplicemente l'esibizione di un'arma (senza che venga sparato un colpo), seguita dalla rapida fuga del delinquente. Nessuno sa esattamente quante vite di bambini o altri innocenti siano state salvate in questo modo.

Ma neppure si sa quanti di questi impieghi difensivi sarebbero stati vanificati se le potenziali vittime avessero avuto a che fare con lucchetti o casseforti - mentre forse nell'oscurità un intruso avanzava verso la stanza del bambino. Sappiamo bene tuttavia quello che accade in nazioni come il Canada dove le leggi esigono che le pistole siano sotto chiave: il tasso di furti è significativamente più alto che negli Stati Uniti, dove i ladri evitano quasi sempre le abitazioni nelle quali al momento della prevista irruzione vi si trovino gli inquilini, per timore di essere colpiti. Ma i ladri canadesi sono tre volte più propensi di quelli americani ad entrare in una casa quando vi sono delle persone. Dal punto di vista del malvivente canadese, "una rapina violenta" (con vittime presenti) è spesso più facile, poichè il sistema d'allarme sarà spento e vi saranno portafogli e borsette da arraffare.

Ovviamente molte rapine di case abitate si trasformano in aggressioni e stupri perpetrati nei confronti delle vittime, e alcune di loro in omicidi.

Potremmo chiederci come il Presidente Clinton e la signora Brady giustificano questi rischi aggiuntivi prodotti dalle leggi che essi appoggiano. La risposta è che essi non se ne preoccupano affatto, dal momento che non credono nell'uso delle armi a scopi difensivi (eccetto per gli impiegati governativi, come le guardie del corpo del presidente)

Sebbene il Presidente Clinton affermi che le sue proposte per il controllo delle armi non causeranno molti problemi a cacciatori e appassionati di tiro al bersaglio (vero), egli non afferma che le sue leggi non interferiranno sostanziosamente con l'autodifesa personale. La signora Brady ha dichiarato nel 1993 al Tampa Tribune: "secondo me, l'unica ragione per cui i civili possono detenere un'arma è a fini sportivi". Se una persona si oppone moralmente all'uso della forza per difesa, allora rendere impossibile difendersi per le persone innocenti viene definito progresso.

Se una famiglia vive in un quartiere sicuro, tenere un'arma sotto chiave potrebbe rappresentare la scelta migliore. Ma se una famiglia si trova in una zona pericolosa, e se i genitori hanno insegnato ai loro figli ad essere responsabili nell'usare un'arma, allora disporne di una pronta per la protezione immediata potrebbe essere la cosa più ragionevole. I genitori, e non i membri del Congresso, sono i più adatti a prendere questo tipo di decisioni.

Cato Institute, 3 giugno 1999

http://www.cato.org/dailys/06-01-99a.html

 

 

 

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